Safeguarding: niente panico, siamo italiani!

Negli ultimi giorni è esplosa una vera e propria bomba nel mondo delle associazioni sportive: l’obbligo di adeguamento alle politiche di Safeguarding.

Quando questa notizia è venuta fuori, quasi nessuno sapeva di cosa si trattasse ed abbiamo passato ore in ricerche, lettura di decreti, linee guida, modelli, siti web, pagine social di Federazioni ed EPS, interpretazioni, pareri, consigli. Poche le certezze se non l’obbligo perentorio di nominare un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni. Tassativo, per tutte le Associazioni Sportive Dilettantistiche (e non), pena possibili sanzioni disciplinari, sportive e forse anche amministrative.

Panico. Discussioni. Dubbi.

Qualcuno, non a torto, ha anche buttato lì l’ipotesi di far festa. Far festa non nel senso di festeggiare il nuovo adempimento richiesto, ma di chiudere baracca, tirare giù il bandone, cessare l’attività, sciogliere l’associazione.

Perché gestire un’associazione sportiva, pur piccola e con pochi iscritti, organizzando anche solo uno o due eventi l’anno, è comunque un impegno importante. Dietro le quinte ci sono poche persone che ci mettono serietà, dedizione e anche sacrificio. Persone che hanno un lavoro, una famiglia, i propri impegni e le proprie vite. Persone che, in fondo, non hanno così tanta voglia di perdere intere giornate dietro a leggi, decreti, circolari, linee guida, interpretazioni e ogni cavillo che qualcuno si inventa per movimentare quotidianamente la noiosa vita di chi si spende per tirare la carretta.

Peraltro, anche volendo, ci sono grosse difficoltà a capire quali siano in definitiva gli obblighi e gli impegni (anche economici) che l’associazione si deve sobbarcare per adempiere alle imposizioni. Perché manca il decreto che deve essere emanato in base al comma “x” della legge “tal dei tali”, che deve definire questo e quello. Insomma, poi si vedrà ma intanto nominate, fate, provvedete.

Leggendo le linee guida infatti emerge una figura che deve essere un mediatore, un diplomatico, a tratti uno psicologo, un formatore, un pedagogo, un antropologo. E deve essere esterno al direttivo per mantenere la giusta imparzialità. Deve ovviamente conoscere in modo perfetto tutta la normativa, sapere in che modo operare e dare massima disponibilità e reperibilità. Entro il 1 luglio, certo. Siamo solo al 28 giugno, il tempo c’è.

Nel bel mezzo di questa tempesta, con confronti continui con “colleghi” e richieste di chiarimenti a tutti gli enti possibili, nel pomeriggio del venerdì (oggi), quando il lunedì entra in vigore tutto il sistema, ecco il colpo di teatro all’italiana.

Perché l’Italia noi la critichiamo spesso e ci lamentiamo tanto, ma resta sempre il paese più bello del mondo.

“Ragazzi, fermi tutti. Tutto rimandato al 31 dicembre!”

Evviva! Festa, giubilo e sospiri di sollievo!

Se ne riparla dopo il panettone, sperando che nel frattempo siano arrivati i chiarimenti e le spiegazioni necessarie e, perché no, magari anche alcune modifiche.

Nel frattempo si va avanti, e poi… si starà a vedere.

Un saluto a tutti e sempre forza FSR 💜

 

 

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